Quale contratto di locazione è più giusto per te?

Siamo tutti consapevoli delle grandi difficoltà che il mercato immobiliare italiano ha attraversato nell’ultimo decennio, la percentuale di case vedute ha letteralmente subito un dimezzamento, e per tantissime persone che non sono riuscite ad ottenere un mutuo la più valida alternativa all’acquisto è stata l’affitto. Negli ultimi anni abbiamo visto una timida ripresa delle compravendite (come si può notare dalla statistica regionale dell’Agenzia delle Entrate la città di Como ha avuto un incremento del 13% nel 2017), ma, nonostante questo rialzo i contratti di locazione non hanno subito nessun ridimensionamento. Possono esserci diverse motivazioni che spingono una persona a preferire un contratto di affitto rispetto ad acquistare un immobile di proprietà, una di queste può essere il fatto che il mercato del lavoro è diventato più flessibile e mutevole. La ricerca di un lavoro ci porta a spostarci, a cambiare città o regione. L’abitudine alla mobilità ormai fa parte della natura di noi italiani! Non esiste una sola tipologia di contratto di locazione, per soddisfare le diverse esigenze nel 1998 ne sono state introdotte differenti che hanno come oggetto immobili ad uso abitativo.

Qual è la migliore da utilizzare? Non è possibile trovare un contratto di locazione migliore dell’altro, la scelta varia a seconda delle necessità, e può cambiare in base alla durata, alla modalità di rinnovo e di recesso, agli accordi tra le parti.

Ecco le varie tipologie:

  1. Contratto a canone libero (4+4): in questo caso le parti (proprietario e affittuario) possono stabilire autonomamente canone di affitto e altri aspetti contrattuali. La durata minima è di quattro anni, con rinnovo automatico di altri quattro. Ovviamente esiste la facoltà di recesso da entrambe le parti, che dovrà essere motivata. All’interno del contratto si potrà stabilire quanti mesi prima (solitamente sei per l’inquilino in qualsiasi momento, mentre per il proprietario sei mesi prima dello scadere dei primi quattro anni ) si dovrà inviare la lettera di disdetta tramite raccomandata.
  2. Contratto a canone convenzionato o concordato (3+2): le parti sottoscrivono un “contratto-tipo” stabilito da accordi locali tra le associazioni delle proprietà e degli inquilini. Cioè, ogni zona individuata ha un valore minimo e uno massimo, all’interno di questi viene calcolato il canone di affitto (solitamente più basso rispetto a quello del libero mercato). La durata è di tre anni con rinnovo di altri due, le modalità di recesso sono le stesse del 4+4. Ha, quindi, dei vantaggi sia per gli inquilini che per i proprietari (questi infatti potranno usufruire di agevolazioni fiscali).
  3. Contratto transitorio: caratterizzato dalla transitorietà, cioè una locazione temporanea con durata minima di un mese e massima di 18 mesi. È necessario specificare le ragioni che portano proprietario e inquilino a stipulare un contratto transitorio. Ideale per chi si sposta per lavoro e non ha la sicurezza di un contratto a tempo indeterminato, per quelle persone che per lavoro devono cambiare spesso città, oppure per gli studenti. Per quest’ultimi troviamo una tipologia dedicata di contratto transitorio: contratto transitorio per studenti universitari, può avere una durata da sei mesi a tre anni.

Quale sia il contratto più giusto per te decidilo in base alle tue necessità ed esigenze, e se hai voglia di mettere radici e non cambiare abitazione frequentemente, puoi sempre pensare di acquistare una casa!

Alessandra Galeno

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